Yucatan - Tra gioco e religione

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Yucatan - Tra gioco e religione

 

 

TRA GIOCO E RELIGIONE - a cura di Annie del Club della Tovaglia
Cercare di delineare in modo sintetico e in maniera semplice la storia, la religione e le caratteristiche culturali delle popolazioni antiche delle Americhe, non è impresa facile. Parliamo di un periodo preistorico risalente, secondo alcuni recenti dati, a 40.000 anni fa e che nel corso dei millenni ha plasmato popoli e credenze religiose. 
All'interno di questo panorama, incredibilmente ricco di storia, si colloca YUCATAN, un gioco da tavolo che racchiude più dettagli e informazioni storiche di quanto si possa immaginare. Per quanto il nome del gioco sia abbastanza esplicito, all'interno di esso troviamo elementi di più culture mesoamericane, non solo di quelle circoscritte nella penisola dello Yucatan. Un' analisi completa delle evoluzioni culturali presenti in questa specifica zona richiederebbe troppo tempo. Mi limiterò a sottolineare che tra il 10.000 e il 3.000 a.C. in Mesoamerica si svilupparono dei veri e propri movimenti culturali con elementi simbolici comuni. Questo porta a racchiudere il tutto all'interno di un concetto che si può definire "olmecoide", termine utilizzato per sottolineare le caratteristiche del popolo degli Olmechi, i quali ebbero un' organizzazione politica complessa, non egualitaria, stratificata socialmente e con istituzioni religiose molto complesse e raffinate da cui presero spunto popolazioni ben note come Aztechi e Maya.
Parallelamente allo sviluppo culturale mesoamericano troviamo una situazione simile anche nelle Ande peruviane, in particolare nel centro cerimoniale di Chavin. Il termine "Chavinoide", analogamente a "olmecoide", delinea caratteristiche culturali ben precise, come ad esempio un forte credo religioso verso la figura del felino, dell'uccello e del serpente. Elementi comuni anche in area mesoamericana e che possiamo ritrovare all'interno del gioco. 
Questa veloce e breve premessa è necessaria per spiegare che tutto ciò che troviamo all'interno del gioco Yucatan non è strettamente collegato ad un unico luogo o ad un unico popolo, ma è un insieme di omaggi e richiami a culture antiche molto stratificate e che hanno subito notevoli cambiamenti, che hanno avuto contatti e scambi culturali nel corso dei millenni.  YUCATAN non è e non intende essere un gioco simulativo dal punto di vista storico, ma è innegabile la ricerca fatta dall'autore per cercare di ambientare il tutto nel miglior modo possibile. 
Partiamo dalla caratteristica più interessante di questo gioco: il sacrificio.
Una delle meccaniche principali di questo gioco è quella di catturare prigionieri  in battaglia e sacrificarli durante la specifica Fase del Sacrificio. 
Testimonianze di sacrifici umani si trovano in gran parte delle culture mesoamericane e in diversi periodi della loro storia. La storia e le caratteristiche dei sacrifici umani presso queste popolazioni è variegata e ricca di particolari, tanto quanto la loro stessa cultura. Addentrarsi nei dettagli tecnici e nelle spiegazioni dettagliate di questo particolare rituale non avrebbe senso ai fini di questo approfondimento. Due esempi, però, sono necessari ad arricchire l'esperienza di questo gioco.
Parliamo di Maya e Aztechi, due dei popoli antichi forse più conosciuti al mondo.
 
Il sacrificio presso i Maya
La cultura Maya ha lasciato un numero incredibile di documentazioni e testimonianze attraverso la scrittura, i codici, le iscrizioni su stele, monumenti, reperti ceramici e litici. Parliamo di una cultura che si sviluppò nell'arco di oltre duemila anni, dalla metà del I millennio a.C. fino alla Conquista spagnola del XVI secolo. La loro attitudine alla matematica e all'astronomia è ben nota, inglobata sapientemente all'interno della dimensione religiosa della loro cultura. Per i Maya infatti il mondo fisico era l'espressione materializzata del mondo dello spirito, un dualismo rappresentato da due dimensioni, quella umana e quella dell'Oltremondo, considerate veri e propri spazi sacri connessi tra loro. In questo contesto si colloca sapientemente l'aspetto del sacrificio umano, il quale era celebrato secondo un elaborato sistema calendariale rituale, il tzolkia, costituito da 260 giorni e che scandiva il momento giusto per celebrare l'uccisione rituale. Il rito, che culminava poi nel sacrificio, avveniva in modo spettacolare davanti a tutto il popolo. Veniva portato a temine nel tempio posto in cima alla piramide situata al centro della città. Ad accompagnare tutto questo vi erano danze, musiche, offerte e incensi che venivano bruciati e creavano atmosfera. 
Le vittime del sacrificio erano prigionieri di guerra, catturati e spogliati delle loro insegne, uccisi utilizzando un'arma in ossidiana. Nel sacrificio non vi era odio per la vittima, al contrario vi era un gran rispetto e ad essa veniva riservato rispetto anche dopo la morte.
Il sacrificio presso gli Aztechi
Il periodo postclassico, 900-1520 d.C, è ricco di informazioni dettagliate sulla religione poiché possediamo numerosi dettagli grazie ai codici precolombiani e alle fonti coloniali. In questo periodo storico vi fu un crollo culturale delle popolazioni precedenti, complice anche la pressione bellica dei popoli venuti da Nord, come Toltechi e Aztechi, che diedero origine ad una nuova fioritura teocratico-militare, mai sviluppata in Impero vero e proprio nonostante ciò che le fonti spagnole avevano riportato, espressa sottoforma di tre città stato. Nel Messico centrale gli Aztechi,  prima della conquista spagnola, avevano cercato di estendere i propri domini cercando di assimilare le culture precedenti, adottando divinità e culti su cui però imponevano il proprio dio tribale, Huitzilopochtli
Gli dei aztechi e delle popolazioni del Messico centrale sono rappresentati armati, e i sacrifici umani, come anche il cannibalismo rituale, sono portati all'eccesso poiché vi è la convinzione che l' uomo deve nutrire gli Dei portatori del tempo per impedire che cada il Sole (importante divinità di questi popoli) e che non si abbia una nuova fine del mondo. Il "nutrimento" del dio Sole avviene attraverso un' offerta rituale chiamata "Guerra Fiorita", che consiste nella cattura di prigionieri destinati al sacrificio. 
La seconda caratteristica degna di approfondimento del gioco YUCATAN è l'aspetto calendariale
Come scritto poc'anzi nella breve analisi dei sacrifici presso i Maya, essi avevano sviluppato un sofisticato calendario per scandire i giorni esatti in cui svolgere i rituali sacrificali. Ma non è solo questo.
[N.d.A.: È necessario ribadire che, come ogni aspetto preso in esame in questo approfondimento, sintetizzare non è semplice ma ci si limita a dare informazioni semplici per arricchire l'esperienza del gioco]. 
Nei territori mesoamericani si sviluppò, nel corso dei millenni, un insieme di aspetti fondamentali e comuni a tutte le popolazioni presenti in queste zone. Tra queste caratteristiche vi è la creazione di un calendario rituale di 260 giorni. Accanto ad esso, i Maya avevano elaborato altri tre calendari; il solare di 365 giorni, il lunare di 177 giorni e un altro di 584 giorni regolato dal pianeta Venere. Il calendario scandiva ogni aspetto della vita, non solo quella religiosa, ma anche la coltivazione del mais, della zucca, dei fagioli, del peperoncino e del cacao, prodotti base della sussistenza alimentare. Lo sviluppo di calendari, le ritualità legate ai sacrifici e tutto l'aspetto religioso sono diffusi in tutte le popolazioni mesoamericane, non solo in quelle più note. Un esempio, magari poco noto ai più, è quello della popolazione Muisca, stanziata sull'altopiano Cundiboyacense  in Colombia fin dal VI sec., la quale praticava frequentemente sacrifici umani e furono anche in grado di registrare un sistema calendariale basato su due  principali stagioni, estate e inverno. Dividevano inoltre l'anno solare in quattro epoche diverse che a loro volta erano determinate dai cambi lunari.
Astronomia, meteorologia e matematica erano importanti e fondamentali aspetti delle popolazioni antiche delle Americhe.  
L'ultimo aspetto fondamentale su cui si porrà l' attenzione in questo approfondimento è l'analisi delle Evocazioni del gioco e le rappresentazioni di alcuni dettagli presenti nelle raffigurazioni degli eserciti e dei sacerdoti (nel gioco chiamati "Comandante della città").
Parlare in modo dettagliato di ogni singola Evocazione risulterebbe eccessivamente lungo, soprattutto perché alcune delle evocazioni sono riscontrabili in diversi miti e leggende di diversi popoli mesoamericani. Qui di seguito una velocissima panoramica delle Evocazioni di Livello 1. 
A seguire, un approfondimento su tre Evocazioni che hanno suscitato il mio interesse durante lo studio di questo gioco.
 
La Vedova Nera
Questa Evocazione è da associare, probabilmente, alla figura più generica del Ragno. Possiamo trovare il culto di questo animale nella civiltà Moche, in Perù, ma anche nelle culture andine più in generale. Troviamo un esempio nella grande tomba del cosiddetto Signore di Sipan, un signore della nobiltà costiera moche, in cui sono riscontrabili elementi come il camac, il soffio vitale animatore di tutte le cose, aiutato dal Ragno, il benefico alter ego degli antenati della stirpe
 
Il Coccodrillo
 
Il coccodrillo è un animale ricorrente nella cosmogonia mesoamericana, analizzare ogni sfumatura in ogni contesto richiede un approfondimento separato. Limitiamoci a sottolineare la sua presenza nel calendario sacro azteco, il cosiddetto Conto Corto, in cui le 20 divinità dei "mesi" sono rappresentate attraverso antichi simboli: Cipactli (coccodrillo), Ehecatl (vento), Calli (casa) che corrispondono rispettivamente agli dei Ometeotl, Quetzalcotal, Tepeyollotl.
Il Formichiere, la Scimmia, l'Avvoltoio
Questi tre animali sono riscontrabili in diverso modo e in molte culture mesoamericane, anche recenti. Il Formichiere Gigante, ad esempio,  è presente in molti miti delle culture ma anche nelle storie di folklore moderne, la Scimmia si può trovare raffigurata nelle linee di Nazca ma, come l'Avvoltoio (Cozcacuauhtli), la ritroviamo nel calendario solare con il nome di Ozomatli
 
La Scolopendra
Genericamente identificato come "Centipede", questo artropode compare in diversi contesti, sottolineando la loro importanza all' interno di queste culture, soprattutto nell' iconografia Maya del Periodo Classico (250 d.C. - 909 d.C.)
 
Le Evocazioni di livello 2 e 3 sono caratterizzate, quasi tutte, dal nome della divinità o del mito a cui si ispirano. Tuttavia a tre di queste Evocazioni vorrei dedicare una piccola attenzione.
Il Sacerdote di Vucub Caquix
 
L'interesse che ha suscitato questa Evocazione non sta tanto nella scelta di questa figura mitologica ben nota nella mitologia Maya come una sorta di Demone-Uccello, sono infatti ben visibili le ali nella bellissima miniatura del gioco, quanto nella struttura alle sue spalle. È infatti possibile notare una "barra", un'asta, alla quale sono appesi dei teschi. Con ogni probabilità è un richiamo ad un tipo di struttura chiamata tzompantli. La parola tzompantli significa letteralmente "fila di crani" e questa pratica di decapitare gli esseri sacrificati e di conservarne il cranio era in uso presso i gruppi Nahuatl. 
Era una pratica utilizzata anche presso i Maya, che però erano soliti disporre i crani verticalmente. Il concetto di tzompantli viene spesso associato anche al gioco della palla (di cui, in questo gioco, troviamo un omaggio nella miniatura di Uunahpu), gioco che terminava con il sacrificio di uno dei due gruppi di partecipanti. 
Avatar di Kukulcan
Conosciuto anche come Quetzalcóatl, il Serpente Piumato azteco, Kukulcan è una delle rappresentazioni più famose della mitologia mesoamericana. La dualità uccello-serpente rappresenta corpo e spirito, riferito proprio alla condizione umana. Presso gli Aztechi fu addirittura identificato come la massima divinità responsabile dell' evoluzione culturale e spirituale di questo popolo.
 
 Uunahpu e Ixbalanque
Gli Eroi Gemelli fanno parte di un racconto descittto nel Popol Vuh, una raccolta di miti e leggende. Il racconto, troppo lungo da poter riportare qui, prende in esame il tema della metamorfosi e può apparire sconcertante per l' inatteso comportamento di una nonna, in relazione quantomeno ai sentimenti che evoca in noi questa figura. I due Gemelli, che nel gioco è possibile utilizzare separatamente o unire, rappresentano anche il dualismo ricorrente nella cultura mesoamericana, legata non solo alla figura dei due fratelli ma anche al concetto di Animale-Uomo presente in questo racconto mitologico.
 
Per concludere questo lungo approfondimento storico su Yucatan, mi soffermo su un dettaglio presente nelle miniature dei Guerrieri presente nel gioco. L'arma che impugnano si chiama Macuahuitl, un'arma bianca diffusa dapprima preso gli Aztechi e poi presso i Maya, costituita da un' asta in legno di circa 80 cm ai lati della quale erano inserite lame di ossidiana (o in pietra). Un' arma utilizzata da personaggi di spicco, di immensa potenza e che, con ogni probabilità, aveva la meglio su qualunque tipo di protezione comune all' epoca.
La speranza è che questa analisi sulle caratteristiche di Yucatan vi permettano di giocarlo con occhi diversi e di notare dettagli a voi ora noti, e che quindi possano aumentare l' esperienza di gioco unendo l' aspetto ludico a quello storico.